SUINO NERO DELL’ASPROMONTE: IL MAIALE CHE FA BENE
Il suino nero d’Aspromonte è il maiale autoctono dell’appennino meridionale calabrese.
Alla fine degli anni ’90 questa specie sembrava destinata all’estinzione ma nel 1995, Monsignor Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, fonda la Cooperativa Valle del Bonamico insieme ad un gruppo di giovani pastori di Platì e San Luca ed avvia così il definitivo recupero della razza.
La carne di suino nero dell’Aspromonte è riconosciuta ed apprezzata per la sua altissima qualità. Questa particolare razza autoctona è protetta ed allevata allo stato semi-brado e può godere di un’alimentazione sana e naturale, perché vive all’aperto, sotto il sole, a contatto con la terra.
Fa parte del gruppo delle razze suine autoctone italiane e, come dice il suo nome, la sua zona di diffusione corrisponde all’Aspromonte, dove la natura dei boschi è impervia, incontaminata, vergine.
Oggi l’antico suino nero pascola allo stato brado nel suo habitat di origine. L’isolamento geografico di questi territori ha fatto che sì che non venisse a contatto con altre razze mantenendo inalterato il suo istinto primordiale e il suo patrimonio genetico. La sua morfologia primordiale è rimasta immutata a testimoniare la purezza della specie: forte, rustico, possente.
Si nutre liberamente di ghiande, castagne, radici, tuberi, funghi e degli altri frutti del sottobosco.
Il maiale nero si distingue dagli altri per la sua indole rustica, che lo porta a non poter fare a meno della libertà allo stato brado, o al massimo semi-brado.
Per i contadini, soprattutto in passato, era una fortuna, poiché potevano svolgere altri lavori in campagna mentre i suini razzolavano liberi, senza doverli custodire o tener d’occhio.
Questa propensione al pascolo e questa autonomia alimentare sono tra le cause di un maggior vigore sessuale del verro e di una prolificità notevole delle scrofe, che partoriscono due volte all’anno dai sette ai nove maiali, molto più piccoli se confrontati con gli altri.
Dopo due anni, vengono macellati nei mesi da ottobre a maggio e il risultato è una carne di gran qualità e più magra, grazie alla presenza di un maggior numero di grassi insaturi rispetto a quelli saturi.
Tutte le fasi di lavorazione sono effettuate manualmente, compresa l’affumicatura naturale a legno di faggio. Durante la lavorazione si utilizzano spezie naturali, come il pepe nero, il peperoncino rosso piccante o dolce, il rosmarino. Sono vietati gli aromi artificiali, i coloranti e gli additivi chimici in genere.
La carne di suino nero aspromontano è, pertanto, un concentrato di nutrienti benefici ed indispensabili per mantenersi in buona salute.
L’alta concentrazione di acido oleico (circa il 43% del grasso totale) è indicativa della bontà della sua carne, fonte di vitamina D e vitamina E.
L’elevato contenuto di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi della serie Omega-3 e Omega-6 ha un’azione preventiva su una serie di malattie degenerative, a cominciare da quelle cardiovascolari.
Altro punto a favore della carne di suino nero sono le quantità di ferro ad elevata biodisponibilità, di zinco, rame, fosforo, selenio e magnesio; oltre alle vitamine B1 (tiamina), B2 (riboflavina), PP (niacina).
Per tutti questi motivi il Maiale Nero dell’Aspromonte viene anche chiamato il “Maiale della Salute”.