E’ Calabrese la liquirizia più buona del mondo. Conosciuta anche come oro nero di Calabria la “cordara”, come viene chiamata localmente, rientra nella lista dei prodotti DOP regionali dal 2012, ma la liquirizia in Calabria è un prodotto della terra e della cultura che nel corso dei secoli ha acquisito un’importanza sempre maggiore.
Scoperta ed utilizzata dai greci per le numerose proprietà benefiche delle sue radici questa pianta era molto diffusa anche nel ‘600 e nel ‘700, quando le coltivazioni si estendevano su tutto il litorale ionico e in ampie fasce della zona costiera tirrenica.
Si può dire che l’area della piana di Sibari rappresenta la culla della liquirizia DOP di Calabria, la cui produzione tocca tutte le provincie, da Cosenza a Crotone a Vibo Valentia, ma la natura predilige le coste.
È infatti nei territori inferiori a 650 metri dal mare che la pianta della liquirizia nasce spontaneamente questo perché è una leguminosa che ha bisogno di un clima mite e di un terreno argilloso e un po’ salino.
La liquirizia calabrese rappresenta l’80% di tutta la produzione nazionale.
La prima fabbrica di liquirizia nacque in Calabria nel 1715 grazie al Duca di Corigliano, dopodiché l’industria iniziò ad espandersi nel corso del 1800 fino al giorno d’oggi in cui viene esportata in tutto il mondo.
Il prodotto immesso in commercio come liquirizia di Calabria DOP sotto forma di radice fresca è di colore giallo paglierino ed ha un sapore dolce, aromatico, intenso e persistente.
La radice essiccata è invece di colore variabile tendente al giallo ocra, con un sapore dolce, fruttato e leggermente astringente. L’estratto della radice presenta una colorazione che va dal marrone al nero ed ha sapore dolce-amaro, aromatico, intenso e persistente.
Tutte e tre le tipologie di liquirizia si conservano bene al riparo da fonti di calore in un luogo fresco e asciutto.
La radice fresca è quella che viene principalmente usata per l’estrazione del succo, al quale vengono riconosciute proprietà digestive, disintossicanti e antisettiche.
Studi chimico-fisici compiuti dall’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria hanno dimostrato come la liquirizia calabrese DOP sia unica per le caratteristiche molecolari perché contiene solo il 3% di glicirrizina, il principio attivo dell’estratto di liquirizia, responsabile della fame e nemica della pressione alta.
Nella radice calabrese il valore di glicirrizina è talmente bassa da renderla quasi innocua anche per chi soffre di pressione. Nessuna controindicazione dunque per gli ipertesi il cui limite massimo di consumo giornaliero può arrivare a 5 g, a patto che si tratti di liquirizia calabra.
La liquirizia è inoltre gastroprotettiva e antiulcera, tanto che fin dall’antichità è stata utilizzata per dar sollievo in caso di bruciore di stomaco e reflusso.
Pochi lo sanno, ma per le sue proprietà anticarie e sbiancanti è presente perfino in molti dentifrici.
Anche se a buon titolo si può parlare di oro nero, il succo di liquirizia appena estratto non è propriamente nero, ma di un marrone intenso. Solo dopo vari passaggi di concentrazione successivi alla lavorazioni e al taglio dei confetti di liquirizia questa assume il colore nero intenso e lucido che tutti conoscono.
Pura, in foglie, in polvere o in sciroppo: i modi per gustare la liquirizia sono tanti quanti i suoi impieghi in campo alimentare.
E’ da sempre la protagonista di infusi, caramelle gelati e dessert ma un classico intramontabile e conosciuto in tutto il mondo è il liquore di liquirizia calabrese.
Un dopo-pasto digestivo fatto a partire dalla polvere di pura liquirizia calabra.
Nero e denso, dal gusto deciso e profumato, questo esclusivo liquore della gastronomia regionale è ormai una chicca apprezzatissimo e facilmente reperibile nella distribuzione commerciale, presso le boutique del gusto in Italia come all’estero tramite l’ e-commerce che propone prodotti tipici calabresi agli intenditori di tutto il mondo.