Il Vino Cirò D.O.C.

Se fino ad un recente passato la Calabria era nota come produttrice di vini da taglio per la produzione vinicola nazionale ed internazionale, oggi la situazione è cambiata e gli sforzi fatti dai vari viticoltori regionali ha gettato le basi per una produzione vinicola autonoma e degna di considerazione.

Nove i vini DOC presenti in cui i vitigni coltivati sono prevalentemente a bacca rossa con circa l’80% della produzione totale e distribuiti su quattro delle province calabresi: Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria.

Insieme al Greco di Bianco, il Mantònico e il Gaglioppo rappresentano gli unici tre tipi di vitigno calabro rinomati in contesti enologici nazionali ed europei.

ll Gaglioppo è un vitigno autoctono calabrese il cui utilizzo è previsto dai disciplinari per la produzione del Cirò DOC e del Melissa DOC nelle varianti rosso classico, rosato e riserva.

La storia del vino Ciro’ risale ai primi sbarchi dei coloni greci sulle coste calabresi, i quali rimasero talmente impressionati della fertilità di questi vigneti che gli diedero il nome di Enotria, ovvero “terra dove si coltiva la vite alta da terra” e questo nome venne poi esteso in tutta Italia.

La viticoltura in Calabria ha infatti origini millenarie. Le civiltà preesistenti erano già dedite a delle coltivazioni rudimentali quando nel 744 a. C. approdarono sulle coste i Greci dando vita ad un sistema più evoluto e valorizzando alcuni tipi di vite autoctona. Si presume siano di origine greca il Gaglioppo, il Magliocco, il Mantònico ed il Greco bianco.

Una particolare importanza per la produzione vitivinicola avevano Crotone e Sibari, due località situate lungo la costa ionica e zona d’origine del “Krimisa”, antenato dell’attuale Ciro’.

Cremissa era anche il nome della colonia greca sede di un imponente tempio dedicato a Bacco, situata dove oggi c’è Cirò Marina.

Pare che lo stesso Milone di Crotone, vincitore di ben sei olimpiadi, fosse un grande estimatore di questo vino che per tradizione veniva offerto agli atleti che tornavano vincitori dalle gare olimpiche diventando così il vino ufficiale dell’ Olimpiade.

Talmente tanta era all’epoca, l’importanza della produzione del vino Ciro’, che sembra addirittura fossero stati costruiti degli “enodotti” con tubi in terra cotta che partivano dalle colline di Sibari fino ad arrivare al porto dove il vino veniva direttamente imbarcato, per abbreviare così tutte le operazioni di trasporto.

Oggi il vino Ciro’ conosciuto per le sue grandi qualità viene esportato in tutto il mondo. In particolare il Cirò rosso, con una gradazione di 13,5 gradi, può addirittura portare la qualifica di “Riserva”.

Il clima calabrese caldo e secco, la particolarità del terreno arido e i vigneti non irrigui rappresentano le condizioni necessarie per la produzione di questo vino, caratterizzato da una maturazione precoce e di elevata resistenza e con grappoli di medie dimensioni e di forma conica.

Il colore del Vino Cirò rosso è rubino intenso, che col tempo si evolve in un ricco bouquet, mentre quello del Vino Cirò rosato è rosa brillante e presenta un bouquet floreale e fruttato.

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